Un viaggio a Spike Island

Per quanto ripide, sono queste strade collinari a rendere Cobh una delle città più fotografate dell'Ireland's Ancient East. Incastrata nel fianco di una collina, con case dai colori accesi accatastate in file, la città vanta eleganti chioschi vittoriani, un vivace porto e una delle più belle terrazze georgiane di tutta l'Irlanda.

Il mare domina il paesaggio, vasti panorami oceanici si presentano in momenti inaspettati e il tempo sembra essere su un nastro trasportatore perpetuo mentre scorre attraverso l'Atlantico. Non è raro in un minuto essere proiettati in un'oscurità preternaturale da un'incombente nuvola di pioggia e nel minuto successivo essere inondati da una luce solare intensa.

È proprio nel porto che si concentra la storia di Cobh. Proprio da qui, tra il 1815 e il 1970, partirono più di tre milioni di persone: alcune verso le colonie penali, altre verso una vita migliore, altre ancora verso la morte.

La città è intrinsecamente legata a due dei più famosi disastri navali del mondo: il siluramento del Lusitania nel 1915 e l'affondamento del Titanic nel 1912. Oggi, la Titanic Experience Cobh si affaccia su un porto frequentato da navi da crociera di lusso - Cobh è l'unico porto in Irlanda con un attracco dedicato alle navi da crociera.

Ma negli ultimi anni un'altra attrazione ha portato i curiosi in questo piccolo porto vittoriano della contea di Cork: Spike Island. I tour da Cobh a Spike sono cominciati nel 2015 e nel 2017 Spike è stata nominata "Principale attrazione turistica in Europa" ai World Travel Awards.

Il viaggio in traghetto per Spike Island, con una durata di 12 minuti, è breve ma panoramico, coi passeggeri che si stringono nel piccolo spazio esterno per godere al massimo delle emozionanti vedute di Cobh alla partenza. Molti sembrano conoscere qualcosa del posto, ma pochi sanno cosa aspettarsi. "È un po' come l'Alcatraz d'Irlanda, vero?", mi chiede una donna americana mentre attraversiamo il porto di Cork tra il gracchiare dei gabbiani.

La verità è che lo è e non lo è. Spike, come Alcatraz, è certamente una delle prigioni isolane più famose al mondo, ma è anche molto di più. Un tempo era un monastero e una fortezza. Ma è stata anche una casa. La gente ha vissuto qui fino al 1985, quando una rivolta in carcere ha portato a un'evacuazione forzata.

Appena ci raduniamo sul piccolo molo e incontriamo Fionnán, la nostra guida turistica, Spike island sembra un'isola come tutte le altre, ma le case deserte, alcune ben conservate all'esterno, conferiscono al luogo un'aria inquietante. Nel periodo di massimo splendore, alla fine del XVIII secolo, quasi 300 persone che facevano parte dell'esercito o delle sue famiglie vivevano qui. Coltivavano il proprio cibo, mandavano a scuola i propri figli, raccoglievano pervinche sulle spiagge, organizzavano balli e socializzavano tra loro.

Fionnán ci spiega che queste persone non sono state le prime a fare di questo posto una casa. Un insediamento monastico fu costruito qui nel 635 d.C., creando un rifugio sicuro per i monaci che coltivavano la terra e pescavano nelle acque. Oggi non rimane più niente del monastero, mentre a dominare è l'enorme mole di quello che era conosciuto come Fort Mitchell.

Nel corso di circa 400 anni, Spike island è stata utilizzata come prigione quattro volte: la prima nel 1600 e l'ultima nel 1985. È incredibile pensare che sia stata chiusa solo nel 2004.

"Che tu ci creda o no, Spike non è mai stata concepita come una prigione", spiega Fionnán. "Fu costruita nel 1804 come un forte a forma di stella per proteggere l'Impero britannico da tutti i suoi nemici. Nel XIX secolo, dopo la Grande Carestia, Spike divenne una delle più grandi prigioni delle isole britanniche. C'erano più di 2.500 prigionieri e più di 1.000 sono morti nei primi sei anni di esistenza; gran parte della popolazione di qui era formata da bambini".

Finora siamo stati all'esterno delle mura della prigione, in un ambiente quasi bucolico, con sentieri ombreggiati da alberi, distese di erba ben tagliata e scorci di mare, ma quando Fionnán termina la sua visita guidata con una lunga descrizione delle rivolte carcerarie del 1985, veniamo abbandonati a noi stessi ed è il momento di entrare a Spike.

La prima cosa che colpisce è la dimensione del luogo. Spike è enorme e può essere un po' difficile orientarsi. Ho scelto di procedere in senso antiorario, dirigendomi prima verso la prigione moderna. Sono completamente sola.

È un'esperienza inquietante percorrere questi corridoi con i loro cancelli d'acciaio e i cunicoli di colore giallo pallido. Le celle della prigione sono come sono state lasciate: sbiadite in freddi e deprimenti toni di grigio e occasionalmente abitate da modelli di ex detenuti che spesso mi spaventano.

Ci sono dei tour dopo il tramonto a Spike Island, ma sono solo per i coraggiosi. Più di una volta, mentre cammino, mi sembra di sentire dei passi dietro di me. In altri momenti, è inquietante trovarmi da sola nel famigerato blocco punitivo vittoriano, dove l'acqua gocciola e la disperazione sembra filtrare attraverso le pietre.

I visitatori hanno a disposizione circa 3 ore e mezza per esplorare Spike Island e il tempo passa molto velocemente. Le mostre - sia che si tratti dell'eccellente descrizione delle rivolte carcerarie nella prigione moderna, sia che si tratti dei racconti dei balli e dei momenti di socializzazione della gente del posto nella Mitchel Hall - sono dettagliate e avvincenti.

Prima della partenza del traghetto, guadagno un po' di tempo percorrendo i 2,4 km della passeggiata del Ring of Spike fuori dalle mura del forte. Nonostante l'erba rigogliosa, le acque argentee dell'Atlantico e il dolce canto degli uccelli, la storia dell'isola non ti abbandona mai. Durante i 45 minuti di cammino, passo davanti a un cimitero di detenuti, a un ex ospedale del XIX secolo chiamato Bleak House e agli edifici fatiscenti e ricoperti di edera del vecchio villaggio.

È una pausa idilliaca dalle condizioni spesso claustrofobiche della prigione e tutto, dalle ampie vedute del porto di Kinsale al sorprendente colore smeraldo dell'erba, sembra avere un impatto particolare.

Quando inizia a piovere, è un sollievo vedere il traghetto. Tutti a bordo, iniziamo il lento viaggio di ritorno a Cobh, grati che nessuno di noi sia rimasto indietro.